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4 OTTOBRE 2016 / 61CENTO / AMICI DI 61CENTO

IL “C’ERA UNA VOLTA” DI PESARO: 40 ANNI DI PALATI SODDISFATTI

Oggi inauguriamo una nuova categoria del blog. La categoria dedicata agli “Amici di 61cento”. Potremmo chiamarli clienti, oppure partner, ma preferiamo chiamarli amici, perché è il nome più corretto.
Il primo amico a cui dedichiamo un post è la pizzeria e ristorante “C’era una volta” di Pesaro, in via Carlo Cattaneo 26, pieno centro.
Sei di Pesaro? Perché se stai leggendo questo post e sei di Pesaro, conoscerai perfettamente il “C’era”. Se non sei di Pesaro, sappi che tra qualche minuto avrai un motivo molto valido per visitare la città (a parte venirci a trovare nel nostro spaccio di Via Pierini 11).

WILLIAM E LE BIRRE A SCATOLA CHIUSA
“Le vostre birre artigianali ve le prendo a scatola chiusa” ci disse William, titolare del “C’era una volta” insieme al padre e allo zio. Con Willy siamo coetanei e amici da una vita, di quelle amicizie fatte di gruppi scout insieme, stessa compagnia, stessi giri, stessi locali (Qualcuno ricorda il Carambola?), tante serate passate insieme fino a notte fonda.
Per fortuna, qualche tempo e qualche cartone di birra dopo aggiunse “Oh, abbiamo sentito le vostre birre, son buone! Bravi!”. Gida ben…

IL “C’ERA”
Per noi era importante essere scelti dal “C’era”, ed essere scelti con merito. Perché il “C’era” è uno dei templi della ristorazione e della pizza a Pesaro, da 40 anni. Aperto nel 1976 esattamente dov’è ora, è sempre rimasto sé stesso.
Una gestione famigliare, impegnata quotidianamente ad accogliere e intrattenere i clienti, inventare, impastare  e sfornare pizze e preparare leccornie “espresse” in cucina; un menù ampio e ricco completamente dedicato all’unico obiettivo irrinunciabile nella ristorazione, ovvero soddisfare il palato; un luogo caldo, accogliente, vivo e vissuto, unico come il suo porticato interno.

Il “C’era” non ha un “target”: lo adorano giovani coppie e generazioni di famiglie di golosi, gruppi di amici e di amiche in libera uscita (imperdibili gli appuntamenti settimanali dedicati alla Champions, senza prenotare è impossibile trovare posto), professionisti che in pausa pranzo vogliono realmente staccare dal lavoro, fedeli frequentatori del ROF in smoking che da anni non mancano una cena post teatro, turisti internazionali che di fronte a quel menù si sentono come bambini a Disneyland.
Il “C’era” non ha un menù tematico: il tema del menù sono semplicemente i piatti più buoni della tradizione gastronomica italiana, le invenzioni dello staff (andate a trovarli e chiedete di “Rocco” oppure una “Straccia”) e naturalmente 118 pizze tra le più gustose che possiate immaginare.
Il “C’era” ha solamente un segreto, da 40 anni: una famiglia che ama il suo lavoro e ogni giorno si impegna a offrire una bella esperienza a chi ama “Godersi la tavola”, senza distinzioni.

BIRRA E PIZZA
Con William spesso ci ritroviamo a chiacchierare sulla ristorazione in città, sul nostro settore, sulle mode e le tendenze. E’ un occhio attento e prezioso. “Le birre artigianali ormai sono una presenza necessaria all’interno di ristoranti e pizzerie. Le persone chiedono, sono curiose, fanno domande. Ed è giusto dare risposta. Bisogna sempre ricordare però che in caso di consumo in ambito ristorativo è importante proporre prodotti non troppo sbilanciati, non eccessivi nei profumi, adatti ad essere degustati insieme ad una pizza (che è un prodotto meno facile di quanto si immagini) o ad un secondo di carne. Noi mettiamo la faccia su quello che proponiamo sul nostro menù”.

LE MODE
Oggi spesso ci capita di sentire dire che quella delle birre artigianali sia una moda, ed è sicuramente un’opinione che merita rispetto. Per Willy “Anche nei ristoranti e nelle pizzerie ci sono le mode, ci sono sempre state e sempre ci saranno. Ne abbiamo viste passare tante. Noi abbiamo scelto di non seguirle, né inseguirle, forse anche perché non sapremmo essere altro che noi stessi, con la passione per il lavoro che facciamo, e l’attenzione per i clienti che ci scelgono. Da 40 anni”.
Andate a trovarlo, e perdetevi nell’incredibile menù, impreziosito dalle foto della vecchia Pesaro e da alcuni dei più divertenti motti dialettali.
Anche questo è stile, no?

Alla prossima.

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