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Vita in birrificio: l’etichettatura

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10 GENNAIO 2017

L’etichettatura, ovvero un momento molto importante nella vita di un birrificio artigianale.
Forse non è appassionante come la descrizione delle origini di un particolare stile, o non è curioso come l’esplorazione di particolari abbinamenti tra cibo e birra, ma vi garantiamo che è un momento fondamentale del nostro lavoro: perché dopo pochi giorni dall’etichettatura, la birra può raggiungere i locali e le case dei clienti.

QUANDO SI ETICHETTA

La birra si etichetta nella fase finale della rifermentazione in bottiglia, o qualche giorno prima. In quel momento la birra si trova nella cosiddetta “cella calda”, tenuta sempre ad una temperatura compresa tra i 22 e i 25 gradi centigradi. Si tratta dunque, letteralmente, di una cella calda in inverno e fresca in estate. La temperatura rimane costante tutto l’anno per mantenere stabile il processo di fermentazione, e di conseguenza il livello di gasatura e la forma stessa delle bollicine.
All’uscita della cella calda, le bottiglie sono pronte per essere etichettate alla perfezione, anche perché la temperatura delle stesse permette alla colla delle etichette di aderire come si deve.

COME SI ETICHETTA

Qui al birrificio 61cento etichettiamo con l’aiuto di un’etichettatrice semi-automatica. Si installa sulla macchina la bobina di etichette, a cui un timbratore a caldo aggiunge numero del lotto, il “Best before” e la gradazione alcolica (sì, averli sull’etichetta è obbligatorio).
Il meccanismo è semplice: si inserisce una bottiglia alla volta e dopo che viene etichettata, la si preleva dall’etichettatrice. Non tenteremo di convincervi che si tratti di un lavoro intellettualmente molto complesso, ma considerate che se sognate di aprire il vostro birrificio potrebbe capitarvi di etichettare 2.000 bottiglie in un giorno solo, ovvero una cotta intera…
Non è cosa da affrontare da soli, ma vi assicuriamo che per una coppia di colleghi affiatata è un risultato decisamente raggiungibile. Il primo inserisce e preleva, il secondo riempie i cartoni di birra. Et-voilà, il gioco è fatto.

COSE CHE POSSONO ANDARE STORTE, ETICHETTANDO

Etichettare, secondo la descrizione che ne abbiamo dato nel paragrafo sopra, potrebbe sembrarvi la cosa più semplice del mondo. In realtà ci sono alcuni fattori ai quali prestare la massima attenzione, pena evitare di dover aspettare settimane intere prima di completare l’operazione e cominciare a distribuire la birra.
Dovete rivolgervi ad un produttore di etichette competente e in gamba, al quale dovete trasmettere ogni singola caratteristica tecnica della vostra etichettatrice. E’ necessario un rotolo di etichette dalla fustellatura “perfetta”.

[N.d.R: la fustellatura è il nome che prende tutto il processo di taglio seriale di un qualsiasi materiale tenero. Si utilizzare in cartotecnica, in pelletteria, nella produzione di materiali plastici o gommosi. La fustella è lo stampo metallico, o nastro metallico, che letteralmente effettua il taglio]

Se le vostre etichette hanno una fustellatura troppo leggera, rischiate di prelevare bottiglie con più di un’etichetta sopra. Se la vostra fustellatura è troppo netta, rischiate che una bottiglia venga saltata.
Altro rischio quello di sbalzi di temperatura della bottiglia prima e dopo l’etichettatura: se subito dopo l’etichettatura mettete le birre in frigorifero potrebbero formarsi bolle sotto l’etichetta e vi assicuriamo che non sono un bello spettacolo.
In sintesi, un errore in fase di etichettatura potrebbe causare un ritardo di settimane alla consegna della vostra birra, poiché se il rotolo di etichette è da rifare è necessario riconsegnarlo al fornitore e attendere i suoi tempi per produrne uno nuovo, nella speranza che sia perfetto…

ETICHETTE CHE CI PIACCIONO

A cosa servono le etichette? Parliamoci chiaro, servono innanzitutto ad informare, in merito a quello che ci sta dentro alla bottiglia, e dunque alla birra. Se poi sono utili anche a distinguersi e a farsi ricordare, ancora meglio.
Personalmente non siamo fan di quelle etichette che rubano la scena al prodotto. Ci piacciono le etichette tradizionali, fatte di carta, posizionate sul corpo principale della bottiglia, e non siamo fan di serigrafie su vetro o stampe a colori fluorescenti.
D’altronde, per noi la birra è la cosa più importante, e la nostra filosofia è “Più stili, meno colori”.

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